Dietro il Sipario Ottobre 2022 Anno 19 numero 10 Periodico mensile di informazione e cultura a cura dell’U.N.I.Vo.C Sezione di Reggio Emilia Mensile realizzato in: Stampa in caratteri tipografici, CD in testo e audio, Stampa Braille e Stampa ingrandita. Mensile inviato ai Soci; alle Asl, agli Organi Istituzionali dello Stato; agli Enti Locali; alle strutture u.i.c., alle strutture U.N.I.Vo.C, Enti, Associazioni Varie e quanti ne fanno richiesta. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non vengono restituiti. Per motivi tipografici, gli articoli possono essere adattati a dimensioni ottimali per la rivista. Gli articoli pubblicati rispecchiano l’esclusivo pensiero degli autori. Direttore Responsabile: Giuseppe Lateano Comitato di Redazione: Eugenio Colucci, Angela Colosimo, Francesca Guazzi, Daniela Sassi Direzione, redazione ed amministrazione: Reggio Emilia, Via del Consorzio 6/D, Tel 0522 430745 fax 0522 430745 – telefono 0522 435108 e-mail: univocre@virgilio.it Sito web: www.univocre.it Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia: n 1113 del 13 gennaio 2004 Stampa in caratteri tipografici, ingrandita e braille: Blu Società Cooperativa Sociale Contrada San Nicola snc - 87042 ALTOMONTE (CS) UFFICI: Via Grandi 47 - 42027 Montecchio Emilia (Re) Tel. 0522 1571119 - Fax. 0522 1840129 email: info@coopblu.it web: www.coopblu.it pec: blu@pec.coopblu.it U.N.I.Vo.C. , Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi Sezione Provinciale di Reggio Emilia Sede legale ed operativa: Via del Consorzio 6/D -. 42121 Reggio Emilia telefono e fax 0522 430745 - telefono 0522 435108 La rivista usufruisce dei contributi a sostegno dell'editoria speciale periodica per non vedenti e ipovedenti ai sensi del D.L. 23/10/1996, n. 542, convertito in Legge 649 del 23/12/96 – D.M. 70 del 15/05/2017 5 PER MILLE Caro amico, cara amica, Se credi nei valori della solidarietà, dacci una mano! 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Come da programma, alle ore 7.30 di venerdì 16 settembre, il bus è partito dal piazzale Conad di via Cecati a Reggio Emilia, e, con circa 20 minuti di ritardo causa traffico, siamo giunti al terminal 25 della stazione Bus di Bologna. Alle 9.10 il Bus era già in partenza con destinazione Comune di Grizzana Morandi. Alle ore 10.00 la comitiva è giunta al Castello Rocchetta Mattei. Il gruppo di Reggio Emilia composto da 20 persone accompagnati dalla guida turistica Stefania, ha iniziato la visita al Castello. Mentre la comitiva di Bologna composta da 19 persone, procedevano alla visita dello stesso Castello guidati dalla guida Alessandra. La struttura del castello è un vero e proprio labirinto di torri, scalinate monumentali, sale di ricevimento e camere private, voluti dallo stesso Conte Cesare Mattei che ne ha modificato la struttura del corso degli anni. All’ingresso si presenta il marmo con la dedica del figlio adottivo del Mattei. Una scala conduce al cortile interno scavato nella roccia, alla cui entrata è a guardia un ippogrifo. Da qui a sinistra l'accesso alla Loggia Carolina, a destra quello alla Torre, di fronte due gnomi sostengono lo stipite della porta. Al centro di questo cortile si trova una grande vasca marmorea che serviva da fonte battesimale. La scala della Torre conduce, attraverso un ponte levatoio, ad una stanzetta dalle finestre piccole e dal soffitto a piramidi sottili acuminate, o stalattiti, che fu la camera da letto del Conte Cesare Mattei. Ridiscesi nella Loggia Carolina troviamo a destra la camera bianca e dopo la camera turca. Dopo un breve tratto di roccia scoperta, rupe e balcone ad un tempo, vi è il Cortile dei Leoni, la parte meglio riuscita dell'intero edificio, felice riproduzione del cortile dell'Alhambra, la famosa fortezza di Granada. A lato del cortile dei Leoni vi è l'ingresso a una specie di vasta cantoria, che sovrasta l'interno della chiesa del castello. Entro un'arca rivestita di colorate maioliche sono le ossa di Cesare Mattei. C’è da precisare che il gruppo di Reggio Emilia, in confronto a quello di Bologna, nella sua compagine era agevolato in quanto contava di un numero inferiore di non vedenti rispetto alla compagine di Bologna che si trovava in maggior difficoltà. Questo ha favorito in maniera evidente la capacità di poter visitare tutto il castello alla delegazione di Reggio Emilia. Infatti il Presidente di Bologna Mauro Marchesi era un po’ irritato in quanto il loro gruppo non ha potuto visitare la tomba di Mattei e le stanze più alte del Castello, per motivi di tempo. Io personalmente da ipovedente ed altri accompagnatori reggiani, abbiamo contribuito nel descrivere in modo preciso e dettagliato e soprattutto là dove era consentito, ai non vedenti totali, di toccare con mano, pareti, statue, colonne che reputavamo interessanti. Alle ore 12.30 la comitiva è partita alla volta del ristorante “da Rotilio”. Alle ore 14.30 terminato il pranzo, si è ripartiti per il borgo medievale “La Scola”, dove un residente del posto di nome Roberto ci ha illustrato la storia del borgo, e delle poche case esistenti, molte delle quali risalenti al 1400-1500. Il borgo fortificato è uno tra i più caratteristici del territorio grizzanese ed è nato come quartiere militare e luogo di resistenza e difesa del centro monastico di Montovolo, di grande importanza economica e commerciale oltre che religiosa. Nell’area di Montovolo, situata vicino al confine con i Longobardi, sono avvenute le leggendarie lotte tra guerrieri Franchi – detti Paladini – e Longobardi invasori. Il borgo fortificato aveva quindi un ruolo strategico e la funzione militare da esso sostenuta giustifica il nome e la sua composizione urbanistica, con edifici e torri addossate e reciprocamente integrate nel sistema difensivo che la natura orografica del luogo contribuiva a rendere più impermeabile alle offese nemiche. Alle 16.15 siamo partiti alla volta della Chiesa di Santa Maria Assunta di Riola realizzata da Alvar Aalto dove siamo arrivati dopo 20 minuti. Qui avremmo dovuto trovare il Parroco che avrebbe dovuto illustrarci questa Chiesa modernissima e farci toccare il plastico, ma purtroppo il Presidente Marchesi ha constatato che il Don non era presente. Alvar Aalto, attraverso i suoi canoni artistici e cioè il rispetto della natura, l’armoniosa semplicità delle linee, l’inserimento della costruzione nel paesaggio e nell’ambiente è riuscito a svolgere il tema sacro in maniera mirabile. È basata su dodici fondamenti ed anche la nostra Chiesa è sostenuta da sei archi che ovviamente comportano dodici basamenti, simbolo dei dodici Apostoli ai quali Gesù ha dato il compito di predicare il Vangelo a tutte le genti. La luce naturale, simbolo dell’Amore di Dio, inonda tutto lo spazio sacro in modo che quando siamo in Chiesa possiamo meglio capire che come veniamo circondati dalla luce naturale, così dal punto di vista spirituale, se viviamo nella comunità cristiana, siamo immersi nell’amore di Dio già qui sulla terra in attesa di esserlo in maniera infinita ed eterna nel Paradiso. La croce di legno ci ricorda infatti la sofferenza di Cristo, l’altare, blocco compatto di marmo tagliato a forma di antico sarcofago, ci parla della sua morte e sepoltura. La croce, senza il Crocifisso, non appesa ma quasi emergente, semplice e solenne, dalla parete absidale ci ricorda che Cristo non è più in croce ma è risorto ed allora l’altare da tomba si trasforma in mensa; mensa di vita eterna per tutti i figli di Dio. Alle 17.30 siamo partiti per il terminal 25 di Bologna. Alle 18.20 salutati i soci bolognesi, siamo ripartiti alla volta di Reggio Emilia ed alle 19.30 siamo giunti nel Piazzale del Conad, ci siamo salutati dandoci appuntamento alla prossima gita. Concludendo personalmente sono rimasto molto soddisfatto dell’esperienza e dei luoghi visitati. Ettore Pacini L’U.N.I.Vo.C. propone - Gita a Mantova Si rimette il programma per un’eventuale gita a Mantova. Gentilissimi, facendo seguito alla nostra telefonata, inviamo il programma per una visita guidata a Mantova: 1) Visita di Palazzo Te, villa con itinerario al piano terreno, completamente privo di barriere architettoniche e con percorso tattile a disposizione. Ingressi: €11 per visitatore, gratuito per accompagnatore. Ogni guida può accompagnare max 20 persone. Consigliata la prenotazione degli ingressi al numero 800714049 Al momento della prenotazione specificare che già avete la guida/ guide privata/e. 2) Visita di Palazzo Ducale, corte di grandi dimensioni, scalinate con numerosi gradini, non esiste percorso tattile. Ogni guida può accompagnare max 25 persone. Ingressi gratuiti telefonando al numero 0412411897 Specificare al momento della prenotazione che avete già guida/e privata/e; è obbligatorio prenotare ingresso (gratuito) anche per le guide. Ora una piccola descrizione dei due palazzi. Palazzo Te Villa degli ozi e degli svaghi, progettato dal 1525 al 1535 da Giulio Romano allievo di Raffaello, per Federico II Gonzaga, figlio di Isabella D'Este e di Francesco II Gonzaga. Dalle varie spiegazioni più o meno fantasiose del nome “Te” quella più attendibile è del Bertazzolo che lo motiva con l'intersezione di due strade che formavano sull'isola una grande T divenuta poi “TE” per ragioni eufoniche, la derivazione da “tejetus”, ovvero località dove sorgevano le “teze”, tipiche capanne con il tetto di paglia. Federico II volle trasformare il luogo dove sorgevano le antiche scuderie della famiglia Gonzaga, in una sorta di “villa di rappresentanza”, destinata tanto ai sontuosi ricevimenti quanto ai segreti convegni amorosi con la donna amata Isabella Boschetti. Palazzo Te è una tra le più belle ville che l'Italia possa vantare. Riflesso perfetto di un preciso e non facile momento della storia dell'arte, quello del passaggio dagli splendori rinascimentali alle esuberanze manieriste. Giulio Romano in essa ha creato tutto, l'architettura come la decorazione di ogni singolo ambiente, moltiplicando invenzioni su invenzioni, tanto da alimentare l'ispirazione di generazioni d'artisti. Il committente la volle per stupire gli ospiti a cominciare dall'imperatore Carlo V venuto a conferirgli la corona Ducale. Basti pensare alla stupefacente sala dei Giganti in cui l'arte realizza alla perfezione il prodigio di sostituirsi alla realtà, creando una scena che coinvolge lo spettatore nell'immane tragedia di un mondo in rovina. Lo stupore derivato da questa come da altre invenzioni (basti citare i triglifi cadenti del cortile quadrato. Si pensi all'idea di costruire un edificio come se stesse crollando) si integra con quello degli ambienti in cui Federico ostentò i propri titoli, così come gli interessi (i cavalli fissati per sempre nell'omonima sala) le ambizioni (si pensi all'impresa dell'Olimpo) e persino le passioni (inarrivabile, in proposito, la sala di Psiche, il cui mito dovrebbe velare e invece esalta il suo illecito amore). La villa sorse anche per l'esigenza del signore di crearsi uno spazio privato, fuori dall'immensa reggia; ma in fondo al giardino egli volle anche uno spazio privatissimo, l'appartamento detto della Grotta. E questa sequenza delle residenze sempre più piccole, come fosse il gioco delle scatole cinesi, è un'altra senza esaurirle, delle sorprese del Te: tante e tanto vari e sorprendenti e inquietanti, da far dire, non senza ragione, che il manierismo è nato qui. Il Palazzo Ducale Il Palazzo Ducale è stata la residenza principale dei Gonzaga, signori, marchesi ed infine duchi della città di Mantova. Assunse la denominazione di Palazzo Reale durante la dominazione austriaca a partire dall'epoca di Maria Teresa d'Austria regnante. Ambienti distinti e separati tra loro furono costruiti in epoche diverse a partire dal XIII secolo, inizialmente per opera della famiglia Bonacolsi successivamente su impulso dei Gonzaga. Fu il duca Guglielmo ad incaricare il prefetto delle Fabbriche Giovan Battista Bertani perché collegasse i vari edifici in forma organica così da creare, a partire dal 1556, un unico grandioso complesso monumentale e architettonico, uno dei più vasti d'Europa (34.000 m² circa), che si estendeva tra la riva del lago Inferiore e Piazza Sordello, l'antica Piazza di San Pietro. Morto Bertani nel 1576, l'opera fu proseguita da Bernardino Facciotto che completò l'integrazione di giardini, piazze, loggiati, gallerie, esedre e cortili, fissando definitivamente l'aspetto della residenza ducale. L'interno del palazzo è quasi spoglio perché una volta impoveritisi, i Gonzaga dovettero vendere opere d'arte (soprattutto a Carlo I d'Inghilterra) e arredi, parte dei quali furono successivamente sottratti da Napoleone. Il palazzo del Capitano che si affaccia su piazza Sordello, è l'edificio più antico del palazzo Ducale voluto da Guido Bonacolsi sul finire del duecento. Inizialmente costruito su due piani e separato dalla Magna Domus da un vicolo, nei primi anni del 1300 fu rialzato di un piano ed unito alla stessa Magna Domus dalla monumentale facciata con portico, sostanzialmente rimasta tale fino ad oggi. Il secondo piano aggiunto è costituito da un unico enorme salone (mt. 67x15) detto Dell'Armeria, appellato anche come Salone della Dieta, in quanto ospitò la Dieta di Mantova del 1459. La Magna Domus e il palazzo del Capitano costituiranno il nucleo originario che dette forma alla Corte Vecchia. A metà del XIV secolo in alcune delle sale, Pisanello mise mano a un maestoso ciclo di affreschi di soggetto cavalleresco arturiano, avente per soggetto la battaglia di Louverzep, che aveva lo scopo di glorificare il casato del committente Gianfrancesco Gonzaga, non casualmente lui stesso raffigurato nel dipinto. Si deve al sovrintendente Giovanni Paccagnini la clamorosa scoperta e il conseguente restauro della grande opera del Pisanello, avvenuti nel corso degli anni ‘60-‘70. Le sale del Pisanello accolgono frammenti degli affreschi e le relative sinopie preparatorie. Corte Vecchia riacquistò un suo nuovo prestigio quando nel 1519 Isabella d'Este lasciò la dimora nel Castello e si trasferì al piano terreno di questo antico settore della reggia gonzaghesca, nell'appartamento detto vedovile. L'appartamento di Isabella era costituito da due ali ora divise dall'ingresso al Cortile d'Onore. Nell'ala della Grotta, più privata, con la principessa si trasferirono gli arredi lignei e le collezioni d'arte dei due celebri studioli, la grotta e lo studiolo. Quest'ultimo conteneva dipinti, conservati al Museo del Louvre, provenienti dallo Studiolo di Castello commissionati tra il 1496 e il 1506 al Mantegna (Parnaso e Trionfo della Virtù), a Lorenzo Costa il Vecchio (Isabella d'Este nel regno di Armonia e Regno di Como) e al Perugino (Lotta tra Amore e Castità) ai quali si aggiunsero opere del Correggio (Allegoria del vizio e Allegoria della virtù). Altro celebre ambiente di questa ala è la "Camera Granda" o "Scalcheria" affrescata nel 1522 dal mantovano Lorenzo Leonbruno. L'appartamento comprendeva altre sale nell'ala detta di Santa Croce dal nome di una antica chiesa di epoca matildica sui resti della quale furono ricavati ambienti di rappresentanza come la Sala delle Imprese Isabelliane, la Sala Imperiale o Sala del Camino, la Sala delle Calendule, la Sala delle Targhe e la Sala delle Imprese. Successivamente Guglielmo Gonzaga (1550-1587), trasformerà gli ambienti di Corte Vecchia creando il Refettorio affacciato sul Giardino Pensile e la Sala dello Specchio destinata alla musica. Tratto da guideturistichemantova.it Si accettano pre-iscrizioni onde permetterci di organizzarci. Il Presidente Eugenio Carlo Colucci Rubriche – Pet Therapy Un animale d’affezione, sia esso un cane o un canarino, un gatto o un criceto, può aiutare moltissimo a superare momenti in cui i pensieri diventano negativi, la solitudine si fa sentire e la casa sembra vuota e fredda. Ormai tutta la psicologia mondiale riconosce il valore della cosiddetta pet therapy nell’aiutare chi ha particolari problemi più o meno invalidanti, almeno a renderli più accettabili. Il termine pet-therapy, coniato nel 1964 dallo psichiatra infantile Boris M. Levinson, si riferisce all’impiego degli animali da compagnia per curare specifiche malattie. In Italia, questo termine è stato recentemente sostituito con quello più appropriato di interventi assistiti con gli animali (IAA), che consente di distinguere tra diversi tipi di approcci, a seconda che prevalga la componente cosiddetta ricreativa, quella educativa o quella terapeutica . Ormai tutta la comunità scientifica concorda sul fatto che crescere con un animale influisca positivamente sullo sviluppo della personalità dei bambini, aumentando l’autostima, la fiducia in sé stessi e migliorando l'empatia (vale a dire, la capacità di comprendere lo stato d’animo degli altri). Infatti, la relazione che si stabilisce con l’animale e il rapporto con esso, soprattutto durante il gioco, possono contribuire a favorire, nel bambino, i comportamenti sociali facilitando, così, le modalità di approccio e di interazione tanto con gli altri bambini che con gli adulti. Studi scientifici hanno mostrato come il contatto fisico con un animale induca una riduzione, nel sangue, dei livelli degli ormoni responsabili della risposta allo stress (ad esempio, il cortisolo). Sempre il contatto fisico causa anche un aumento delle quantità di ormoni e neurotrasmettitori in grado di determinare emozioni positive (ad esempio le endorfine) e di ridurre l’ansia. Ciò determina anche un miglioramento delle relazioni con gli altri nonché dello stato dell’umore attraverso la secrezione di altri ormoni a livello cerebrale. Per la terapia assistita attraverso l’utilizzo di animali sono state individuate alcune specie, particolarmente dotate di intelligenza, tranquillità e affidabilità e, all’interno delle specie, vengono selezionati individui addestrati per essere di valido aiuto nella terapia vera e propria di persone o bambini che ne necessitano. Qualunque sia l’approccio, il cavallo è l’animale che maggiormente viene impiegato nella pet therapy. In realtà, comunque, non è il solo: anche i cani, i conigli e gli asinelli sono perfetti “co-terapeuti”, ma il cavallo rimane sempre il primo e il più largamente utilizzato per determinate forma di fragilità, come l’autismo nei bambini. Il cavallo è simbolo di fedeltà e amicizia, anche in virtù della sua indole solitamente mansueta che stimola la positività di chi lo avvicina. Il cavallo legge alla perfezione tutte le emozioni umane e reagisce immediatamente e naturalmente; quindi, per avere un buon rapporto con lui, si deve essere profondamente in contatto con sé stessi e con le proprie emozioni. La sua grande sensibilità trasforma un semplice contatto in un legame molto profondo, quasi spirituale, che riesce a far superare i limiti che spesso legano le persone a loro stesse, alla loro interiorità. Il cavallo infine riesce a donare, incondizionatamente, affetto, serenità, ma anche forza e coraggio. Se il cavallo è stato il primo animale dedicato a queste forme di co-terapia, il cane, negli ultimi decenni, è venuto alla ribalta per la sua mole meno impegnativa e per le sue caratteristiche di altrettanta intelligenza, serenità e affidabilità. Vorrei prendere una frase dal sito dell’ospedale Niguarda di Milano nel centro dei ricoverati per gravi danni al midollo spinale e varie forme di paresi o paralisi.” Il cane è il miglior amico dell’uomo e nella nostra Unità Spinale lo è prezioso, visto che questi animali sono da una terapia eccezionale per i ricoverati. La Pet Therapy, attraverso l’interazione tra l’uomo e il cane, permette di stimolare le funzioni fisiche, emotive e cognitive del paziente con lesioni midollari. Il lavoro che eseguono questi adorabili quattrozampe (la razza più utilizzata è il Labrador) è incredibile. Oggi possiamo parlare di Dog Therapy, durante la quale il cane affianca il soggetto con disabilità nella vita quotidiana ed è in grado di svolgere molte preziose attività: aprire e chiudere le porte, portare oggetti, accendere e spegnere le luci, o altro ancora.” Ed ecco che spunta il nome del Labrador Retriever. Se storicamente il cane addestrato per i non vedenti è il Pastore Tedesco, negli ultimi decenni si è affermato proprio il Labrador in questo ruolo (e non solo), grazie alla sue caratteristiche di mansuetudine associata a una affidabilità che ben poche razze possono vantare. E in futuro scriveremo ancora di queste razze, della loro storia, delle loro capacità, della loro salute. Ma vorrei concludere questo mio primo articolo ribadendo quanto scritto all’inizio. Qualunque animale può essere una sorta di dottore della mente e dello spirito. Più di un carcerato a vita trovò, in passato la serenità perduta, grazie a un topolino arrivato in cella da una screpolatura del muro. Dunque, anche un “banale” canarino può fare la differenza nelle emozioni che si susseguono, specie durante le giornate meno felici. Scritto dal Dr. Oscar Grazioli, medico veterinario, giornalista, scrittore Rubriche - Calendario Teatrale Ottobre - Novembre 2022 Ottobre - Teatro Municipale Valli Sabato 1 ottobre 2022, ore 20.30 Nederlands Dans Theater 2 The Big Crying • Bedtime Story • Fathoms THE BIG CRYING coreografia Marco Goecke BEDTIME STORY coreografia Nadav Zelner FATHOMS coreografia David Raymond e Tiffany Tregarthen - Teatro Cavallerizza Domenica 2 ottobre 2022, ore 18.00 Gregory Maqoma & Thuthuka Sibisi Broken Chord - Teatro Cavallerizza Mercoledì 5 ottobre 2022, ore 20.30 Pierrot Lunaire di Arnold Schoenberg Con inserti di musiche di Sylvano Bussotti Cristina Zavalloni voce mdi ensemble • Marco Angius direttore Bussotti, Arlequin poupi per 5 strumenti (2009) Schoenberg, Pierrot Lunaire op. 21, tre volte sette poesie da Albert Giraud (nella versione tedesca di Otto Erich von Hartleben), per voce e 5 strumentisti (1912) – parte I Bussotti, Couple per flauto e pianoforte (1959) Schoenberg, Pierrot Lunaire op. 21 (1912) – parte II Bussotti, Per tre sul piano (1959) Schoenberg, Pierrot Lunaire op. 21 (1912) – parte III - Teatro Ariosto Venerdì 7 ottobre 2022, ore 20.30 e domenica 9 ottobre 2022, ore 18.00 da Pierrot lunaire: Rondels bergamasques di Albert Giraud, nella versione italiana di Andrea Raos musica di Massimiliano Viel con Felicita Brusoni e Victor Andrini Icarus ensemble direttore Dario Garegnani regìa, scene, costumi e luci Filippo Andreatta assistente alla regìa Sara Thaiz Bozano nuova produzione e commissione Fondazione I Teatri / Festival Aperto - Teatro Cavallerizza Sabato 8 ottobre 2022, ore 18.00 Annie Hanauer A space for all our tomorrows - Teatro Municipale Valli Sabato 8 ottobre 2022, ore 20.30 Dave Burrell and the Windward Passages Orchestra Windward Passages L’OPERA JAZZ IN CONCERTO Dave Burrell piano, composizioni, direzione Monica Larsson libretto Tobia Bondesan sax alto, arrangiamenti, co-direzione Camilla Battaglia voce Emanuele Marsico voce, tromba Filippo Orefice sax tenore, clarinetto Sigi Beare sax alto e tenore Giulia Barba sax baritono, clarinetto basso Tommaso Iacoviello tromba Lorenzo Manfredini trombone Andrea Angeloni trombone, tuba Carlotta Vettori flauto Daniele D’Alessandro clarinetto Michele Bondesan contrabbasso Luca Perciballi chitarra, banjo Giuseppe Sardina batteria, percussioni - Teatro Municipale Valli Domenica 9 ottobre 2022, ore 16.00-16.30-17.00-17.30-18.00 Rachid Ouramdane Eden progetto coreografico Rachid Ouramdane interprete Annie Hanauer musica Samuel Barber, Adagio per archi da un’idea di Emanuele Masi per Bolzano Danza 2020 produzione Chaillot – Théâtre national de la Danse coproduzione CCN2 – Centre chorégraphique national de Grenoble Con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea - Teatro Municipale Valli Mercoledì 12 ottobre 2022, ore 20.30 Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Tito Ceccherini, direttore Maurizio Baglini, pianoforte Francesco Filidei, Tre quadri, concerto per pianoforte e orchestra Igor Stravinskij, Four Norwegian Moods Dmitri Shostakovich, Sinfonia n. 9 in mi bemolle maggiore, op. 70 - Teatro Cavallerizza Venerdì 14 ottobre 2022, ore 21.30 Voetvolk Into the Open - Teatro Municipale Valli Sabato 15 ottobre 2022, ore 18.00 NuovoMondo Symphonies Giovanni Mancuso voce, pianoforte, strumenti accessori Debora Petrina voce, pianoforte, strumenti accessori Giovanni Mancuso video - Teatro Ariosto Sabato 15 ottobre 2022, ore 20.30 e domenica 16 ottobre 2022, ore 18.00 Alain Platel • les ballets C de la B Gardenia – 10 Years Later - Teatro Cavallerizza Domenica 16 ottobre 2022, ore 11.00 Sunday morning Una domenica mattina con Paolo Castaldi Sentieri Selvaggi: Piercarlo Sacco, Aya Shimura, Paola Fre, Mirco Ghirardini, Andrea Rebaudengo, Carlo Boccadoro, Andrea Dulbecco direttore Mirco Ghirardini Sentieri Selvaggi: Piercarlo Sacco violino e performer , Aya Shimura violoncello e performer, Paola Fre flauto e performer, Mirco Ghirardini clarinetto e performer, Andrea Rebaudengo pianoforte e performer, Carlo Boccadoro performer, Andrea Dulbecco percussioni e performer Paolo Castaldi Idem per flauto e ensemble (1976) Scale per pianoforte (1970) Presente. Copeaux égarés pour Clarinette en Si Bémol (2001) Esercizio per pianoforte (1971) Sunday Morning per tre o più esecutori (1975) direttore Mirco Ghirardini - Teatro Cavallerizza Mercoledì 19 ottobre 2022, ore 20.30 Adriano Bolognino Rua da Saudade - Teatro Ariosto Sabato 22 ottobre 2022, ore 20.30 Julian Lage Trio Julian Lage chitarra elettrica Jorge Roeder basso Eric Doob batteria - Sala Verdi Domenica 23 ottobre 2022, ore 15.00-16.30-18.00 Bussotti Apology Tempo Reale Electroacoustic Ensemble Apology film di Sylvano Bussotti (1972, 40’) musica di Sylvano Bussotti Monica Benvenuti voce Luca Paoloni violino Umi Carroy pianoforte Jonathan Faralli percussioni Francesco Giomi elettronica produzione Tempo Reale - Teatro Cavallerizza Domenica 23 ottobre 2022, ore 16.00 Martin Zimmermann Danse Macabre - Teatro Municipale Valli Domenica 23 ottobre 2022, ore 18.00 Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto Double Side Produzione con musica dal vivo STABAT MATER (creazione per 3 danzatori, 3 musicisti, 3 cantanti) coreografia Norge Cedeño Raffo WITH DROOPING WINGS (creazione per 8 danzatori, 4 archi) coreografia Danièle Desnoyers - Teatro Ariosto Venerdì 28 ottobre 2022, ore 20.30 Giornale di bordo Salis • Angeli • Murgia • Drake Antonello Salis fisarmonica, pianoforte, tastiere e voce Paolo Angeli chitarra sarda preparata e voce Gavino Murgia sassofoni, flauti, voce su bassu Hamid Drake batteria, tamburo a cornice e voce - Teatro Municipale Valli Venerdì 28 e sabato 29 ottobre 2022, ore 20.30 e domenica 30 ottobre 2022, ore 15.30 Mine vaganti Regia Ferzan Ozpetek Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici Mine Vaganti, film vincitore di 2 David di Donatello, 5 Nastri D’Argento, 4 Globi D’Oro, Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York e Ciak D’Oro come Miglior Film. Sul palco, tra gli altri, anche Francesco Pannofino e Iaia Forte. - Teatro Cavallerizza Sabato 29 ottobre 2022, ore 20.30 e domenica 30 ottobre 2022, ore 16.00 Cristiana Morganti Creazione 2022 (titolo in via di definizione) - Sala Verdi Domenica 30 ottobre 2022, ore 18.00 Nosferatu Ensemble L’Arsenale Film di Wilhelm Friedrich Murnau (1922, 90’) versione restaurata dalla Cineteca di Bologna Musica di Filippo Perocco Livia Rado soprano Ilario Morciano sax Carlo Siega chitarra elettrica Igor Zobin fisarmonica Roberto Durante pianoforte e synth Filippo Perocco direttore - Teatro Municipale Valli Domenica 30 ottobre 2022, ore 11.00 Prepararsi al futuro. Cronache dalle scienze della vita di Manuela Monti e Carlo Alberto Redi Novembre - Teatro Municipale Valli Venerdì 4 novembre 2022, ore 20.30 Messiaen Regards Ciro Longobardi pianoforte Olivier Messiaen, Vingt Regards sur l’Enfant-Jésus (1944) - Sala Verdi Sabato 5 novembre 2022, ore 19.00 e domenica 6 novembre 2022, ore 17.00 Marco D’Agostin Gli anni - Teatro Cavallerizza Sabato 5 novembre 2022, ore 20.30 e domenica 6 novembre 2022, ore 18.00 TanzMainz • Sharon Eyal Soul Chain - Teatro Municipale Valli Domenica 6 novembre 2022, ore 11.00 La misura dell’inatteso. Ebraismo e cultura italiana (1815-1988) di Alberto Cavaglion - Teatro Municipale Valli Martedì 8 novembre 2022, ore 20.30 La Tempesta di William Shakespeare regia Alessandro Serra - Teatro Ariosto Sabato 12 novembre 2022, ore 20.30 Amir ElSaffar’s Rivers of Sound Orchestra - Teatro Municipale Valli Domenica 13 novembre 2022, ore 11.00 Passoscuro. La mia vita tra i bambini del padiglione 8 di Massimo Ammaniti con l’autore dialoga Pier Francesco Ferrari - In definizione Domenica 13 novembre 2022, ore 16.00 Calcinacci di Claudio Larena PREMIO DELLA CRITICA 2022 • DIRECTION UNDER 30 - Teatro Cavallerizza Domenica 13 novembre 2022, ore 16.00 Dull catastrophes and love songs di Andrea Agostini per voce femminile, strumenti ed elettronica (2022) Felicita Brusoni soprano – Icarus vs. Muzak AGON acustica informatica musica commissione e produzione Fondazione I Teatri / Festival Aperto Tratto da iteatri.re.it